Aprile 29, 2024

L’Italia, lo sappiamo, sta vivendo una costante emorragia di capitale umano. Sono tantissimi infatti, i giovani titolati che se ne vanno all’estero, in cerca di migliori stipendi, di un più equilibrato tenore di vita, di soddisfazione e crescita professionale. Dati aggiornati ci parlano di circa 100.000 connazionali l’anno che scelgono di vivere altrove, lontano dal Belpaese. E i governi nazionali, negli ultimi anni, tentano di recuperarne il più possibile, attraverso iniziative ed agevolazioni dedicate. Affrontiamo quindi il tema del rientro dei cervelli 2023: requisiti, modalità di accesso e caratteristiche.

Rientro dei cervelli 2023, le iniziative in vigore

Due sono le iniziative dedicate ai connazionali che intendono far ritorno in Italia, dopo una permanenza lavorativa all’estero. La prima è una agevolazione rivolta ai docenti e ai ricercatori rientrati in Italia, disciplinata dall’Art.44 del Decreto Legge n.78/2010. La seconda è invece indirizzata alla genericità dei lavoratori impatriati (Art.16, comma 1, Decreto Legislativo n.147/2015).

Il rientro dei docenti e dei ricercatori

Una legge “rientro cervelli 2023” disciplina, come detto, l’agevolazione fiscale per i docenti e i ricercatori che rientrano a lavorare in Italia.
Dal momento del rientro nel nostro paese, il docente o il ricercatore godrà di una tassazione agevolata per almeno sei anni (o sei periodi d’imposta). Più in dettaglio, gli emolumenti percepiti – vuoi come dipendente, vuoi come autonomo – concorreranno alla formazione del reddito imponibile solo nella misura del 10%. Detto altrimenti, le tasse verranno pagate solo su un decimo dello stipendio/compenso. Per i lavoratori trasferitisi già entro il 31 dicembre 2019, esiste inoltre la possibilità di prolungare il periodo di esenzione fiscale addirittura sino ad otto, undici o tredici anni. Il requisito specifico, in tali casi, è legato al numero dei figli minorenni a carico o all’acquisto di una casa residenziale effettuato dopo il trasferimento.

Rientro dei docenti e dei ricercatori: requisiti

Per accedere all’agevolazione è necessario:

  • avere un titolo di studio universitario;
  • aver vissuto all’estero per lavoro come docente o ricercatore per almeno due anni continuativi.

L’agevolazione per i lavoratori impatriati

Lo stesso schema agevolativo si ritrova, se pur con alcune differenze, anche nel caso di tutti quei lavoratori italiani che rientrano nel nostro paese, dopo un periodo all’estero di almeno due anni.
In tal caso la tassazione agevolata è mantenuta per cinque anni e consiste nel considerare imponibile solo il 30% del reddito prodotto. Tale percentuale scende al 10% nel caso in cui il rientro avvenga nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia. E’ possibile prolungare l’agevolazione per altri cinque anni se si ha almeno un figlio minore a carico o si acquista un immobile residenziale subito prima o subito dopo il rientro in Italia. Il prolungamento alza l’imponibile al 50% del reddito prodotto, il quale invece scende al 10% nel caso in cui si abbiano tre figli minori a carico.

Il caso degli sportivi professionisti

Caso particolare è quello degli sportivi professionisti che decidono di rimpatriare, dopo aver vissuto almeno due anni all’estero. Anche per costoro è infatti prevista una tassazione agevolata, la quale considera imponibile però solo il 50% del reddito per cinque anni. Costoro hanno inoltre un ulteriore obbligo specifico: versare un contributo, pari allo 0,5% del reddito imponibile, destinato al potenziamento dei settori giovanili.