Acquistare beni strumentali nel 2023 – per le imprese presenti nel Mezzogiorno del nostro paese – può essere estremamente più facile che in passato. E ciò grazie al Bonus Sud 2023 beni strumentali, il credito d’imposta nato nel 2016 che quest’anno presenta alcune novità. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Che cos’è il Bonus Sud 2023 beni strumentali
Con la sintesi “Bonus Sud” si intende, generalmente, una particolare agevolazione, sotto forma di credito d’imposta, che interessa il Mezzogiorno, le cosiddette “zone economiche speciali” (ZES), nonché le “zone logistiche semplificate” (ZLS).
Il credito è ottenibile da piccole, medie e grandi imprese ubicate nelle zone agevolate, effettuando nell’anno in corso investimenti riguardanti i beni strumentali, ossia quei beni destinati esclusivamente all’espletamento di attività imprenditoriali (immobili, auto aziendali, computer, macchinari, arredamento da ufficio, ecc.).
Le regioni agevolate meridionali sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ad esse si aggiungono le aree incluse nelle ZES e nelle ZLS. Il credito d’imposta varia al variare delle dimensioni dell’impresa richiedente: è il 20% per le piccole imprese, il 15% per le medie e il 10% per le grandi.
Le imprese interessate all’agevolazione possono richiedere il credito anche per gli investimenti già effettuati a partire dallo scorso 1 gennaio 2023, utilizzando l’apposito modello CIM23. La domanda va presentata entro la fine dell’anno successivo a quello in cui si effettuano gli investimenti.
Come funziona il credito d’imposta
Il credito d’imposta del Bonus Investimenti Mezzogiorno – una volta presentata la domanda per via telematica ed ottenuta la relativa ricevuta nella sezione “Ricevute” dell’area autenticata dei Servizi Telematici dell’Agenzia delle Entrate – può essere utilizzato esclusivamente in compensazione tramite modello F24, a partire dal quinto giorno successivo al rilascio della ricevuta stessa.
Imprese escluse dal Bonus Sud 2023 beni strumentali
Le imprese operanti nei settori della siderurgia, del carbone, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura, nonché gli operatori del settore del credito, della finanza e delle assicurazioni non sono ammessi all’agevolazione.
Come compilare il modulo CIM23
La compilazione del modulo CIM23 è piuttosto semplice. L’importante è osservare alcune indicazioni che vengono dettagliatamente riportate nel documento apposito scaricabile direttamente dal portale dell’Agenzia delle Entrate.
Ad esempio, si specifica nel documento informativo che non è consentito indicare – nella stessa presentazione – sia gli investimenti relativi al credito d’imposta Mezzogiorno sia quelli ZES e ZLS. E’ però invece possibile indicare anche più investimenti relativi a diverse Zone Economiche Speciali o Zone Logistiche Semplificate.
Il Quadro A del modello CIM23 è relativo ai dati del progetto di investimento. In particolare, il rigo A2 presenta quattro opzioni distinte: ognuna di esse rappresenta una tipologia di progetto da realizzare:
- creazione di un nuovo stabilimento;
- ampliamento della capacità produttiva di uno stabilimento già esistente;
- diversificazione della produzione con realizzazione di nuovi prodotti mai realizzati prima o avviamento di nuova produzione;
- cambiamento radicale del processo produttivo di uno stabilimento già esistente.
Il costo complessivo dei beni acquisibili non può superare i 3 milioni di euro per le piccole imprese, i 10 milioni di euro per le medie e i 15 milioni di euro per le grandi. Fanno eccezione gli investimenti nelle ZES, i quali possono arrivare – a prescindere dalla dimensione dell’impresa – sino a 100 milioni di euro.