Detrazione per Polizze Vita e Infortuni dimezzata per finanziare l’IMU

L’Art. 12 del DECRETO-LEGGE 31 agosto 2013, n. 102 “Disposizioni urgenti in materia di IMU, di altra fiscalita’ immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonche’ di cassa integrazione guadagni e di trattamenti pensionistici”, prevede un taglio graduale del tetto di detraibilità per le polizze vita e le polizze infortuni.

Facciamo un passo indietro nel tempo.

Chi ha stipulato una Polizza Vita o Infortuni prima del 31.12.2000 aveva la possibilità di portare in detrazione dall’IRPEF Lorda il premio versato (fino a € 1291,14), indipendentemente dal fatto che fosse riferito al Caso Morte o all’Invalidità Permanente superiore al 5% (per cui entrava nel computo dei € 1291,14 anche quella parte di premio eventualmente destinata ad accantonamento) a condizione che il contratto avesse una durata superiore ai 5 anni e che non consentisse la concessione di prestiti nel periodo di durata minima. Molti di questi contratti sono ancora in piedi in quanto la loro durata media è di 15 – 20 anni. Per cui, a fronte di caricamenti (costi a carico del contraente) molto alti, caratteristica predominante nei prodotti di vecchia concezione come questi, c’era un’appeal fiscale non indifferente.

Il 2013 (dichiarazione dei redditi 2012) sarà l’ultimo anno, per i sottoscrittori di tali polizze, in cui si potrà detrarre fino a € 1291,14. Dal 2014 (redditi del 2013) si potranno detrarre al massimo € 630,00. E dal 2015, € 230,00.

Chi ha stipulato invece una Polizza Vita o una Polizza Infortuni dal 01.01.2001 al 31.12.2012 poteva detrarre dall’IRPEF Lorda il 19% della parte di premio riferita alla copertura Caso Morte o Invalidità Permanente superiore al 5%, fino a € 1291,14. A conti fatti al massimo € 245,32. Inoltre in un’Assicurazione Vita Mista (dove una parte di premio è destinata alla copertura del Caso Morte e l’altra, la più importante, all’accantonamento) soltanto la parte di premio riferita al Caso Morte o all’Invalidità Permanente superiore al 5% è oggetto di detrazione con i limiti appena visti. Stesso funzionamento per le Polizze Infortuni.

Per questi sottoscrittori il 2013 (redditi 2012) sarà l’ultimo anno in cui sarà possibile usufruire della detrazione fino a € 1291,14. Nel 2014 tale tetto sarà dimezzato e portato a € 630,00. Mentre nel 2015 scenderà a € 230,00. Ferma restando la percentuale del premio oggetto della detrazione che resta il 19%. Per cui nel 2014 al massimo si potranno risparmiare dall’IRPEF Lorda € 119,70, e nel 2015 € 43,70!! (rispettivamente il 19% di € 630,00 e il 19% di € 230,00). Si, perchè il tetto stabilito comprende il totale dei premi di Assicurazione sulla Vita e Infortuni riferiti al Caso Morte o all’Invalidità Permanente superiore al 5% versati nell’anno. Su questo totale va poi calcolato il 19% che rappresenta la somma che verrà sottratta dall’imposta, ovvero l’effettivo risparmio.

Stesso destino è riservato alle LTC (Long Term Care), le coperture che garantiscono una rendita vitalizia in caso di non autosufficienza e che fino ad oggi usufruivano della medesima agevolazione.

Va da se che chi ha sottoscritto i contratti prima del 2000, sarà più penalizzato da questo decreto, mentre chi li ha sottoscritti successivamente, subirà un po’ meno nel 2014 (redditi 2013) e molto di più nel 2015 (redditi 2014), quando il tetto raggiungerà i € 230,00.

La gravità di una scelta di questo tipo da parte del Governo (e noi potremmo sembrare di parte) è evidente anche alle Associazioni dei Consumatori, letteralmente infuriate. Il decreto è per di più retroattivo perchè prende in considerazione anche tutti i contratti stipulati dal 01.01.2013 ad oggi. Per cui chi quest’anno ha effettuato una scelta assicurativa basandosi sulla possibilità di poter detrarre al massimo il 19% di € 1291,14 si ritrova di punto in bianco una soglia dimezzata e avrebbe certamente, date le circostanze, effettuato una scelta diversa.

Per abolire la tassa più odiata dagli italiani, a nostro avviso, era possibile reperire le risorse finanziarie (e non solo per l’IMU, ma anche per l’IVA e quant’altro) andando ad agire sugli incredibili sprechi, ad esempio, della Politica e dei relativi costi che incidono pesantemente e da decenni sulle tasche degli italiani. Se ne è parlato solo in Febbraio, periodo di elezioni, insieme alle famose pensioni d’oro da tagliare.

Una scelta di questo tipo non può trovarci d’accordo anche perché è proprio in un momento di crisi come questo che un padre di famiglia che ha perso il lavoro e semmai ha un mutuo da pagare, ha più necessità di una copertura Caso Morte o di Invalidità Permanente. Nel caso sfortunato avrebbe almeno le risorse per non lasciare nei guai sua moglie e suo figlio. Al contrario, tali strumenti andrebbero incentivati con la detrazione se non con la totale deduzione, a maggior ragione oggi.

In questo modo, ancora una volta, sono i piccoli risparmiatori a pagare il prezzo più alto.

Il nostro Paese è uno dei più sottoassicurati d’Europa. Manca una cultura assicurativa seria e diffusa e se questo in parte potrebbe essere riconducibile agli intermediari e alle Compagnie di Assicurazione tradizionaliste non aperte al rinnovo e al libero mercato, certamente è attribuibile a scelte politiche come questa.

Questo decreto è un disincentivo alla stipula di Assicurazioni sulla Vita e Infortuni che, oltre ad ampliare il buco assicurativo di cui già patiamo le conseguenze sociali (basta pensare al disastro delle tariffe R.C.Auto anche questo in larga parte creato più che dalla poca disciplina dei nostri automobilisti o dalle frodi, da scelte politiche come la Legge Bersani), potrebbe causare seri danni alle Gestioni Separate delle Compagnie di Assicurazione che investono prevalentemente in Titoli di Stato.

Fortunatamente non è stata intaccata la possibilità di dedurre gli accantonamenti destinati alle forme pensionistiche (Fondi Pensione e Fip) fino a € 5164,57.

Per cui è consigliabile, soprattutto per chi ha stipulato le coperture prima del 2000, rivedere il proprio Contratto di Assicurazione trovando una soluzione, la meno dolorosa possibile, insieme al proprio intermediario. Una di queste potrebbe essere, laddove ci sia la convenienza, interrompere il versamento dei premi e attendere la scadenza del Contratto ottenendo così una prestazione ridotta, ma nel frattempo indirizzare le risorse ad una forma pensionistica complementare che gode ancora di tutte le agevolazioni, e soprattutto della deduzione dal reddito.

Leggi gli Articoli della sezione “Fondi Pensione” per approfondire.