Riprendiamo a parlare degli enti professionali associati all’ADEPP, l’Associazione degli Enti previdenziali privati, dopo aver già trattato il tema per diverse categorie professionali (qui, qui, qui, qui, qui, qui e infine qui). Sono gli infermieri, questa volta, al centro del nostro interesse; in particolare la loro cassa professionale, l’ENPAPI.
L’ENPAPI
L’ENPAPI è l’Ente di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica. L’ente è stato istituito nel 1998 e si occupa di assicurare la tutela previdenziale obbligatoria in favore degli infermieri, assistenti sanitari e infermieri pediatrici, che esercitano l’attività in forma libero professionale.
La previdenza
L’iscrizione all’ENPAPI è obbligatoria per tutti quegli infermieri, regolarmente iscritti agli ordini provinciali, che esercitano attività libero professionale in forma individuale in quanto titolari di partita IVA, associati ad uno studio professionale o soci di cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo. È opportuno iscriversi all’ente entro sessanta giorni dall’inizio dell’attività libero professionale, onde evitare una piccola sanzione. Gli infermieri che esercitano esclusivamente l’attività in forma subordinata come dipendenti (pubblici o privati) non sono tenuti ad iscriversi all’ENPAPI; costoro debbono farlo solamente nel caso in cui esercitino anche la libera professione, con partita IVA o con contratto di collaborazione parasubordinata.
I professionisti con partita IVA
Gli infermieri titolari di partita IVA hanno l’obbligo di iscriversi alla Gestione Principale di ENPAPI, versando annualmente la contribuzione obbligatoria e comunicando all’Ente la propria situazione reddituale derivata dallo svolgimento della professione autonoma. I contributi da versare sono di tre tipi:
- un contributo soggettivo, valevole ai fini previdenziali, pari almeno al 16% del reddito professionale, con un minimo di €1.600,00 annui;
- un contributo integrativo, valevole ai fini assistenziali e previdenziali, pari al 4% applicato ai corrispettivi lordi (2% sui corrispettivi verso la Pubblica Amministrazione), con un minimo di €150,00 annui;
- un contributo di maternità, determinato di anno in anno.
Il contributo soggettivo minimo può essere dimezzato nel caso in cui:
- si svolga un lavoro dipendente con contratto part-time al massimo pari alla metà del tempo pieno;
- si sospenda l’attività professionale per almeno sei mesi continuativi nel corso dell’anno solare;
- si abbia meno di trent’anni;
- si sia titolari di partita IVA da meno di quattro anni.
I professionisti titolari di rapporti di lavoro dipendente con orario superiore alla metà del tempo pieno sono esonerati dal versamento del contributo soggettivo ed integrativo minimo. Il contributo soggettivo calcolato in percentuale del reddito professionale prodotto rimane comunque dovuto.
I professionisti collaboratori
Gli infermieri non titolari di partita IVA che comunque svolgono attività libero professionale hanno l’obbligo di iscriversi alla Gestione Separata di ENPAPI. In tal caso si applica una aliquota sul reddito pari al:
- 33%, nel caso in cui il professionista non sia iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria. In tal caso è dovuto un ulteriore contributo pari allo 0,72% destinato al finanziamento dell’indennità di maternità, del congedo parentale, dell’assegno per il nucleo familiare e dell’indennità di malattia e di degenza ospedaliera;
- 24% nel caso in cui il professionista sia già iscritto ad altra forma di previdenza obbligatoria.
Si ricorda che in caso di iscrizione alla Gestione Separata il versamento è a carico del collaboratore solo per 1/3 (2/3 sono a carico del committente).
Prestazioni previdenziali
Gli infermieri libero professionisti accedono alla pensione di vecchiaia al compimento dei 65 anni, se dimostrano di avere almeno cinque anni di contribuzione effettiva. In alternativa, con almeno quaranta anni di versamenti, si può maturare i requisiti pensionistici già ai 57 anni. L’importo della pensione viene determinato secondo il sistema contributivo. Sono inoltre previste le prestazioni di inabilità, ai superstiti e l’assegno di invalidità.
L’assistenza
Tra le prestazioni assistenziali per i titolari di partita IVA segnaliamo:
- l’erogazione di un sussidio per particolare grado di disagio economico, causato da grave malattia, infortunio o decesso;
- l’erogazione di una indennità di malattia o infortunio, a seguito di interruzione forzata dal lavoro per almeno trenta giorni;
- l’erogazione di un sussidio a copertura delle spese sostenute per le rette di asili nido.