Riprendiamo l’analisi del documento ANIA riepilogativo sulla raccolta premi nel 2020, suddivisi per ramo. Abbiamo già affrontato il tema in relazione ai rami danni. Occupiamoci adesso dei rami vita, con un focus finale su un aspetto molto interessante: la distribuzione assicurativa in relazione ai canali di vendita.
Premi vita 2020: sguardo d’insieme
Abbiamo già notato in precedenza come siano i Rami Vita, nel 2020, a registrare una perdita consistente: il -5,8% rispetto al 2019, con 113.311.937 migliaia di euro contabilizzati. Cinque sono i rami vita presi in considerazione dal report: vita umana (I), fondi di investimento (III), malattia (IV), capitalizzazione (V) e fondi pensione (VI). A mostrare flessioni maggiori sono stati il ramo V – ossia le polizze di capitalizzazione – con un -23,8% e il ramo I – ovvero Temporanee Caso Morte e polizze rivalutabili – con un -10,1%. In decisa controtendenza segnaliamo i fondi pensione (ramo VI) con un +39,2% e le polizze di ramo IV (sostanzialmente Long Term Care e Dread Disease) con un incremento del 21,2%.
Rivalutabili e Temporanee Caso Morte
L’intero Ramo I registra – come abbiamo visto – una sensibile perdita rispetto al 2019, con un -10,1% a fronte di 66.750.501 migliaia di euro di premi. In leggerissima crescita sono però le prime tre compagnie per raccolta premi: Poste Vita (+1,2%), Intesa Sanpaolo Vita (+3,3%) e Generali Italia (+0,4%), che cubano per il 44,23% del totale. A perdere di più, nel gruppo delle prime dieci compagnie per raccolta, è Crédit Agricole Vita – decima in classifica – con un -23%. Volendo azzardare una ipotesi, si potrebbe pensare che la bassa raccolta generale sul Ramo I sia dovuta, almeno in parte, a precise strategie d’impresa, in atto da qualche anno, volte a dirottare la raccolta dai classici contratti rivalutabili e di capitalizzazione verso soluzioni Unit e Index o quantomeno verso forme ibride.
Unit e Index Linked
I contratti vita che insistono su fondi di investimento hanno raccolto nel 2020 esattamente quanto raccolsero nel 2019: 40.551.729 migliaia di euro di premi. Tra le prime dieci compagnie per raccolta osserviamo nomi generalmente non presenti nelle classifiche degli altri rami. La prima impresa è Creditras Vita, che cresce rispetto al 2019 di un +27,9%. Sul podio troviamo anche Darta Saving Life Assurance e Intesa Sanpaolo Life (-24,6% rispetto all’anno precedente), società che operano in Italia in libera prestazione di servizi: si tratta cioè di imprese UE che non hanno sede nel nostro paese, i cui prodotti sono generalmente veicolati dagli istituti bancari. Il terzetto di testa raccoglie premi per il 31,07% del totale.
Long Term Care e Dread Disease
Il Ramo IV ha sì una bassa penetrazione sul mercato, con soltanto 180.834 migliaia di euro di premi, ma cresce vistosamente: +21,2%. Qui la partita è dominata praticamente da un unico gruppo, Generali. Generali Italia guadagna il primo posto, seguita da Assicurazioni Generali, storico brand del gruppo che probabilmente oggi controlla i contratti collettivi di ramo IV. Entrambe dominano il mercato con il 57,55% del totale. Segnaliamo inoltre la potentissima crescita di Alleanza Assicurazioni (+2.296,5%), anch’essa compagnia del Leone, che è decima. A perdere terreno, tra le prime dieci, è soprattutto Poste Vita (-15,5%).
Focus sui canali di vendita
Un aspetto molto interessante del report ANIA riguarda il tema di quali siano i luoghi di acquisto – reali o virtuali – delle polizze assicurative.
Premi danni: canali di vendita
In relazione ai rami danni, osserviamo che la stragrande maggioranza dei contratti vengono chiusi in agenzia tradizionale: ben il 74,2%. A dispetto di tanta retorica sul tema, la percentuale addirittura cresce per il ramo auto: l’82,7%. Il canale diretto – che raccoglie anche parte della vendita a distanza -rappresenta solamente il 9% del mercato. Del filo da torcere gli agenti lo hanno nel ramo malattia, dove la loro raccolta si ferma ad un 35,6% del totale, a fronte di un 32,8% del canale diretto e di un 18,2% dei broker.
Premi vita: canali di vendita
La raccolta vita è invece praticamente monopolizzata dagli sportelli bancari, con un 59,2% del totale. L’unico ramo che presenta una situazione radicalmente diversa è quello dedicato alle Long Term Care e alle Dread Disease, che vengono acquistate prevalentemente in agenzia (46,4%) e presso i broker (36,3%).