Assicurazione smart working

Proteggersi nel lavoro agile

Nonostante la fase più acuta e devastante della pandemia sia probabilmente passata, il modello di lavoro in smart working pare ormai piuttosto generalmente acquisito. Il lavoro agile, secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, ha coinvolto nel marzo 2021 ben 5,37 milioni di lavoratori: un balzo – rispetto allo stesso mese del 2018 – del +1.119%. Ma è possibile stipulare una assicurazione smart working, che ci metta al riparo da eventuali pericoli e insidie della propria casa?

Smart working: assicurazioni pubbliche e private

Una prima distinzione va fatta tra le coperture assicurative pubbliche e quelle private. Sì, perché – come è peraltro naturale – la maggioranza dei lavoratori in smart working sono dipendenti e pertanto debbono essere coperti dall’INAIL riguardo agli infortuni e le malattie professionali.

Assicurazione smart working: le coperture INAIL

La Legge 81/2017 dedica due articoli alla sicurezza sul lavoro e alla copertura assicurativa obbligatoria durante il lavoro agile. Sostanzialmente vi si sancisce che il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la salute e la sicurezza del lavoratore e che quest’ultimo “[…] ha diritto alla tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dipendenti da rischi connessi alla prestazione lavorativa resa all’esterno dei locali aziendali.” Un ulteriore documento che qualifica ed articola in dettaglio quanto previsto dalla Legge 81/2017 è la circolare INAIL 48/2017.

Assicurazione smart working: le coperture private

Al di là degli obblighi di legge, evidenziati nel paragrafo precedente, alcune imprese particolarmente attente al welfare aziendale hanno pensato di integrare ciò che è dovuto con ulteriori coperture, particolarmente gradite per chi svolge il lavoro da casa. Bisogna infatti considerare che gli incidenti domestici sono piuttosto frequenti. Una ricerca risalente al 2009 – quindi ben prima della pandemia – ci ricorda addirittura che all’epoca ben un lavoratore agile su quattro ha subito un infortunio in casa. Le cause principali: disattenzione ed imperizia. Le conseguenze del trauma sono state generalmente lievi, ma hanno comportato comunque una assenza dal lavoro di almeno una settimana.

Smart working e assicurazioni contro gli infortuni

Appare pertanto piuttosto naturale tutelarsi – o farsi tutelare dalla propria azienda – oltre gli obblighi di legge, per mezzo di una adeguata polizza infortuni. In particolare, proprio sulla scia dell’ampliamento del lavoro agile, molte compagnie assicurative hanno adeguato i propri contratti specifici a traumi caratteristici del lavoro da casa. Un esempio è dato da garanzie che tutelano dalle lesioni ergonomiche o posturali: movimenti comuni eseguiti in modo errato o posture sbagliate possono pregiudicare seriamente la nostra salute.

 Smart working e assicurazioni multirischio

Vi sono però almeno altri due temi assicurativi relativi allo smart working: uno riguarda i danni che i dipendenti possono fare a terzi nello svolgimento del telelavoro; l’altro ha a che fare con la protezione dei device aziendali (laptop, tablet e smartphone). Alcune realtà assicurative di primo piano hanno pensato pertanto di introdurre sul mercato un prodotto specifico che tuteli, oltre agli infortuni dei dipendenti:

  • dalla rottura o da altri imprevisti che riguardano i device in dotazione al lavoratore (incendio, fenomeno elettrico, furto, smarrimento);
  • dalle richieste di risarcimento da parte di terzi causate dal dipendente in lavoro agile;
  • dalle eventuali maggior spese dovute alla necessità di rimpiazzare strumenti informatici, software, ecc.
Riccardo Cantini

Nato a Piombino (LI) nel 1969, vive a Firenze da circa trent’anni. Laureato in filosofia, è stato editor e product manager per diverse realtà editoriali fiorentine. Da oltre dieci anni svolge l’attività di consulente assicurativo. Si interessa in particolare di soluzioni assicurative per le PMI, di previdenza integrativa e di soluzioni d’investimento assicurativo.