Ottobre 30, 2024

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è l’indennità che spetta ai lavoratori dipendenti, pubblici o privati, nel momento in cui termina il rapporto di lavoro, qualsiasi ne sia la causa: licenziamento, dimissioni o quiescenza. Di fatto si tratta di parte del proprio salario, accantonata dal datore di lavoro e differita nel tempo.

Un po’ di storia

Il TFR ha origini lontane. I primi istituti che hanno anticipato questo tipo di indennità risalgono alla seconda metà degli anni Venti del secolo scorso, ovviamente limitati a fasce ristrette di lavoratori privilegiati. Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale la “liquidazione” si estende ad una platea più estesa di lavoratori subordinati: la finalità era quella di aiutare i disoccupati a sostenersi durante i periodi di ricerca lavoro o come supporto previdenziale. Dal 1966 l’indennità è dovuta in qualsiasi caso di cessazione del rapporto di lavoro. Dal 1 gennaio 2007 i lavoratori dipendenti privati hanno l’obbligo di decidere, entro sei mesi dall’assunzione, se lasciare gli accantonamenti in azienda o, piuttosto, devolverli in un fondo pensione integrativo. Infine, da aprile 2015 a luglio 2018 i dipendenti privati, facendone espressa richiesta, hanno potuto ricevere in busta paga la quota mensile del TFR: una misura sperimentale voluta dal governo Renzi per incrementare i consumi che però non ha prodotto i risultati sperati (solo l’1,3% dei lavoratori dipendenti privati ha aderito alla sperimentazione).

Come si calcola il TFR?

Il calcolo del TFR è piuttosto semplice: si deve prendere il reddito annuo lordo del lavoratore subordinato e dividerlo per il coefficiente 13,5. Questa quota è soggetta a una rivalutazione annua composta stabilita per legge (Legge n. 297 del 1982) ed è pari all’1,5% più il 75% dell’incremento dell’Indice ISTAT dei prezzi al consumo (inflazione).

Esempio : Reddito annuo lordo: €28.000. Quindi €28.000 / 13,5 = €2.074 è la quota annua di TFR da accantonare da parte del datore di lavoro. Se il tasso di inflazione rilevato è del 1,2%, la rivalutazione annua della quota TFR sarà pari a: 1,5% + 75% di 1,2% = 1,5% + 0,9% = 2,4%. Al 31 dicembre dell’anno successivo all’accantonamento il datore di lavoro dovrà riconoscere, sui €2.074, il 2,4% di interesse, pari ad €49,77.

Il TFR dei pubblici dipendenti

Il TFR nella Pubblica Amministrazione è stato istituito recentemente: a partire dal 1 gennaio 2001 tutti i nuovi assunti negli uffici pubblici sottostanno al regime disciplinato dalla Legge n. 297 del 1982. Per i contratti a tempo indeterminato antecedenti al 31 dicembre 2000 vige il cosiddetto Trattamento di Fine Servizio (TFS): si tratta di un’indennità calcolata sull’ultima retribuzione integralmente percepita, pertanto generalmente più onerosa del TFR, che ha natura contributiva.