Patrimoniale e polizze vita

Ha suscitato dibattito la proposta, fatta in questi giorni, di introdurre una imposta patrimoniale sulle grandi ricchezze. Si tratta di una soluzione volta a compensare e riequilibrare le evidenti disuguaglianze che si stanno sempre più definendo a seguito della crisi da Covid-19. Ma di cosa parliamo esattamente quando parliamo di patrimoniale? Non ci sono forse già dei balzelli che colpiscono il patrimonio? E quanto possono essere efficaci le polizze vitaprevidenziali e non – nell’evitare che la nostra liquidità possa esserne colpita?

Che cosa è la patrimoniale

Quella patrimoniale è in generale un’imposta che colpisce il patrimonio, ossia la ricchezza detenuta (mobiliare e/o immobiliare) delle persone (fisiche e/o giuridiche). Essa può essere fissa o variabile, straordinaria o continuativa.

Storia della patrimoniale in Italia

Nel nostro paese, nel corso della storia, abbiamo avuto a che fare con la patrimoniale diverse volte. Il Ministero dell’Economia e Finanza ha una pagina web dedicata ai tributi nella storia d’Italia. In essa ci viene ricordato che la prima patrimoniale straordinaria (ossia una tantum) fu istituita dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1922. Essa fu un prelievo sulla ricchezza delle persone fisiche e degli enti collettivi (ad esclusione delle SpA), istituito allo scopo di risollevare il paese dalle macerie conseguenti l’evento bellico. Anche il fascismo ne fece uso, emanando ben tre leggi – dal 1936 al 1938 – che istituivano una patrimoniale straordinaria, rispettivamente, sulle proprietà immobiliari, sul capitale delle SpA, sul capitale delle aziende industriali. In tal caso, con questa operazione fiscale, si cercava di rimediare al disastro economico conseguente alle cosiddette “guerre d’Africa”. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1947, il governo provvisorio del paese fu costretto ancora una volta ad utilizzare lo stesso strumento, prevedendo un’imposta straordinaria sul patrimonio delle persone fisiche e delle società, con un impianto fortemente progressivo. L’ultimo caso, citato nella breve storia riportata sul sito del MEF, è il prelievo forzoso del 6×1000 su tutti i conti correnti, deciso dal governo Amato nel 1992, allo scopo di evitare una preoccupante recessione.

Le minipatrimoniali continuative

Se i casi citati sin ora rappresentano eventi straordinari, non possiamo però non osservare che – nel corso di questi anni – ci sono state e ci sono, in parte, ancora, forme minime di patrimoniale dal carattere continuativo. L’IMU e l’imposta di bollo sui risparmi e gli investimenti ad esempio, sono due forme di minipatrimoniale. La prima è l’Imposta Municipale Unica, un balzello che va a colpire la componente immobiliare del proprio patrimonio. Fatta eccezione per le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9 (le cosiddette “case di lusso”), l’IMU è dovuta dal proprietario del bene immobile o da chi ne ha comunque titolarità. L’imposta di bollo si applica invece sul patrimonio mobiliare, ossia conti correnti (in cifra fissa, pari ad €34,20 con franchigia di €5.000) e forme diverse di investimento, come conti deposito, fondi comuni e certe tipologie di polizze vita (in percentuale). L’aliquota applicata è pari allo 0,2%.

Polizze vita e patrimoniale

Alcune tipologie di polizza vita, ovvero quelle di risparmio e investimento di Ramo I, non sono soggette all’imposta di bollo. Allo stesso modo, sono esenti da tale imposta anche i Piani Individuali Pensionistici. Ciò significa, ad esempio, che detenere €50.000 sul conto corrente ci costa €34,20; se la stessa cifra la investiamo in un fondo comune, si paga un balzello pari ad €100,00; se invece essa la si gestisce tramite polizza vita rivalutabile o PIP, essa non risulta soggetta ad alcuna imposizione fiscale.

Patrimoniale in arrivo?

Cosa aspettarsi dall’eventuale patrimoniale proposta in questi giorni? Da quel che ad oggi ne sappiamo, si propone di tassare i patrimoni complessivi (mobiliari e immobiliari) in via ordinaria, a partire da un valore pari a 500 mila euro. L’aliquota applicata sarebbe progressiva come segue: 0,2% da 500 mila a un milione di euro; 0,5% da un milione ai 5 milioni di euro; 1% dai 5 ai 50 milioni di euro; 2% al di sopra dei 50 milioni di euro. IMU e imposta di bollo verrebbero però eliminate.

Al momento non ci è dato di sapere se – nel caso la proposta andasse in porto – l’esenzione da tale nuova patrimoniale possa riguardare le polizze vita rivalutabili o i piani pensione. Seguiremo ovviamente con attenzione lo svolgersi degli avvenimenti e – nel caso – vi informeremo con tempestività.

Riccardo Cantini

Nato a Piombino (LI) nel 1969, vive a Firenze da circa trent’anni. Laureato in filosofia, è stato editor e product manager per diverse realtà editoriali fiorentine. Da oltre dieci anni svolge l’attività di consulente assicurativo. Si interessa in particolare di soluzioni assicurative per le PMI, di previdenza integrativa e di soluzioni d’investimento assicurativo.