Ottobre 12, 2024

Negli ultimi anni risulta decisamente aumentata nell’opinione pubblica la sensibilità per le politiche ambientali. Il tema di una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva è all’ordine del giorno, riflettendosi molto spesso sia nelle pratiche quotidiane personali sia nelle strategie politiche a qualsiasi livello di governo. Anche il mondo delle imprese, come è naturale, sembra aver fatto proprie queste istanze ecologiste. Interessante risulta, a tal proposito, come si muove il settore assicurativo e finanziario, del quale ci occupiamo nei nostri articoli. Tempo addietro abbiamo trattato un aspetto specifico legato al tema della crescita economica sostenibile, che riguardava le cosiddette istanze ESG. Si tratta, semplificando, di specifici criteri ambientali (environment), sociali (social) e di governance aziendale ai quali debbono sottostare gli investimenti per essere ritenuti sostenibili. Il mercato assicurativo vita ha fatto proprie tali istanze, commercializzando negli ultimi anni numerose soluzioni ESG-compatibili.

ANIA Trends sostenibilità

Il tema della crescita economica sostenibile è stato raccolto in pieno da ANIA. L’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici pubblica una o due volte al mese, dallo scorso dicembre 2020, una specifica newsletter, ANIA Trends sostenibilità, dedicata alle politiche ambientali e sostenibili nel mondo finanziario ed assicurativo. Possiamo trarre da questi brevi notiziari alcuni interessanti spunti di riflessione, che riportiamo di seguito.

Quali investimenti sono sostenibili? Verso una rigorosa tassonomia sociale ed ambientale

La Commissione Europea, tramite la propria Piattaforma sulla Finanza Sostenibile, sta cercando di definire criteri univoci ed universali che consentano di stabilire quali investimenti possano – una volta per tutte – essere considerati sostenibili, sia da un punto di vista ambientale sia sociale. Questo per superare l’attuale varietà dei criteri utilizzati da agenzie di rating, fondi di investimento e gestori finanziari. L’idea è quella di giungere, con la fine dell’anno, ad una univoca “tassonomia sociale ed ambientale”, che consenta di dare – per così dire – un “bollino di qualità” ESG universalmente riconosciuto, quantomeno entro i confini UE.

EIOPA e la sostenibilità ambientale

EIOPA, l’Autority europea delle assicurazioni si è occupata recentemente di due temi importanti riguardo alla sostenibilità ambientale. In un documento dello scorso dicembre, viene affrontata la differenza di copertura assicurativa in relazione alle catastrofi naturali, riscontrata in molte zone d’Europa. L’idea è quella di contribuire a individuare le regioni a rischio, definendo quindi per esse concrete misure di prevenzione. Un altro report interessante è quello relativo al tema della mitigazione del rischio climatico, nel quale si stimolano gli assicuratori europei a supportare e favorire l’assicurabilità di tali rischi.

L’European Green Bond Standard

Lo scorso 6 luglio la Commissione Europea, nell’ottica di tracciare una rotta precisa per la transizione ecologica dell’economia del continente, ha – tra le altre cose – proposto uno specifico regolamento per il cosiddetto European Green Bond Standard, ossia i requisiti che debbono possedere le obbligazioni “verdi” per l’Unione. I requisiti principali da possedere dovrebbero essere quattro:

  • il denaro raccolto con tali obbligazioni dovrà essere esclusivamente destinato a progetti allineati con la tassonomia ambientale dell’UE;
  • il dove” e il come” investire i proventi ottenuti dalle obbligazioni dovranno essere dettagliati con la massima trasparenza;
  • le obbligazioni verdi UE dovranno essere tutte sottoposte a verifica da parte di revisori esterni;
  • i revisori esterni, di cui sopra, dovranno essere registrati e sottoposti alla supervisione dell’ESMA (Autorità Europea sulla Sicurezza e il Mercato).